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Il tag noindex è una direttiva che suggerisce a Googlebot di non indicizzare una determinata pagina web, ovvero di non includerla nel suo indice. È una direttiva che ritorna utile in determinati casi, l’abbiamo visto nel mio precedente approfondimento in cui si parlava di come impostare il tag noindex sulle categorie e gli archivi di WordPress.
Sul web, soprattutto su blog SEO e forum di settore, però da anni si discute sull’eventualità che il crawler di Google ignori la direttiva noindex, ovvero in altre parole, che il tag noindex rappresenta per Googlebot un semplice suggerimento.
Nel panorama in continua evoluzione dell’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO), l’uso del tag “noindex” è diventato uno strumento essenziale per i webmaster che desiderano controllare quali pagine dei loro siti web sono incluse nei risultati dei motori di ricerca. In genere, l’aggiunta del tag “noindex” ai metadati di una pagina informa i motori di ricerca, come Google, di non includere quella pagina nei risultati di ricerca.
Tuttavia, ci sono state discussioni e preoccupazioni tra la comunità SEO in merito al fatto che Google rispetti sempre il tag “noindex” tag o se ci sono casi in cui potrebbe ignorarlo. Questo articolo approfondisce queste possibilità e mette in evidenza le discussioni, le opinioni e le scoperte condivise dagli esperti del settore.
Prima di affrontare questo dibattito, è essenziale capire cosa fa il tag “noindex”. Quando applicato all’HTML di una pagina web, invia un segnale ai crawler dei motori di ricerca, come Googlebot, dicendo loro di non indicizzare quella pagina specifica. Questo è comunemente usato per le pagine che non sono destinate alla visibilità pubblica nei risultati di ricerca, come pagine di accesso, aree di amministrazione, contenuti duplicati o pagine di bassa qualità. L’obiettivo del tag “noindex” è di dare ai webmaster il controllo su quali contenuti appaiono nei motori di ricerca.
Negli ultimi anni, ci sono stati diversi report su forum e comunità SEO su casi in cui Google sembrava ignorare la direttiva “noindex”. Gli utenti su piattaforme come Reddit e Stack Exchange hanno condiviso le loro esperienze, descrivendo come le pagine contrassegnate come “noindex” continuassero a comparire nei risultati di ricerca di Google. In un thread sulla community BigSEO di Reddit, un utente ha segnalato che nonostante l’implementazione corretta del tag “noindex”, Google continuava a indicizzare la pagina, causando una certa frustrazione e confusione.
Allo stesso modo, un utente su Stack Exchange ha chiesto se Google rispetta davvero il tag “noindex”, facendo riferimento a molteplici casistiche in cui Google sembrava ignorare questa direttiva. Ciò ha scatenato ulteriori discussioni tra i webmaster, con molti di loro che hanno concordato di aver riscontrato problemi simili. In alcuni casi, i problemi erano temporanei e Google alla fine ha rispettato la direttiva, mentre in altri casi il problema è persistito.
Sebbene molti webmaster abbiano riscontrato problemi con Google che ignora il tag “noindex”, è importante considerare le varie spiegazioni fornite. I rappresentanti di Google hanno spesso attribuito questi eventi a errori di codifica, implementazione errata o incomprensione del funzionamento di “noindex” in situazioni specifiche. Ad esempio, se il tag “noindex” viene applicato in modo errato nell’HTML della pagina o inserito nella sezione sbagliata, Google potrebbe non interpretarlo come previsto.
Un articolo su Search Engine Journal discute un caso noto in cui Google ha ignorato un tag “noindex” a causa di un bug di codifica. Questo bug ha causato l’esclusione temporanea della direttiva fino a quando Google non ha risolto il problema. Casi come questo dimostrano che, sebbene Google generalmente aderisca alle direttive “noindex“, occasionali problemi tecnici possono causare comportamenti indesiderati.
Inoltre, alcuni esperti SEO sottolineano che il tag “noindex” è solo uno dei tanti segnali che Google considera. Sebbene sia progettato per impedire l’indicizzazione, gli algoritmi di Google potrebbero dare priorità ad altri segnali in determinati casi, come la pertinenza o l’autorevolezza della pagina, in particolare se il tag “noindex” viene applicato in modo incoerente.
Un altro aspetto del dibattito si concentra sull’interazione tra il tag “noindex” e il file robot.txt. Nel 2019, Google ha annunciato che non avrebbe più supportato l’uso di direttive “noindex” nei file robots.txt. In precedenza, i webmaster potevano usare robots.txt per dire a Google di non indicizzare pagine specifiche. Tuttavia, questa funzionalità è stata rimossa e ora l’unico modo affidabile per ottenere questo risultato è usare il tag “noindex” direttamente nell’HTML della pagina o implementare le intestazioni HTTP appropriate.
Questa modifica ha portato a un po’ di confusione, poiché i webmaster che si affidavano a robots.txt hanno dovuto adattare le loro strategie. Alcune delle lamentele sul fatto che Google ignori “noindex” potrebbero derivare da questa transizione, poiché il cambiamento nella pratica ha richiesto ai siti web di implementare il tag “noindex” con maggiore attenzione all’interno del contenuto stesso.
Gli utenti di WordPress, in particolare, hanno condiviso più account di Google che ignorano i tag “noindex” generati da popolari plugin SEO come Yoast. I post del forum sui siti di supporto di WordPress contengono casi dettagliati in cui Google ha indicizzato le pagine nonostante fossero contrassegnate con “noindex” nelle impostazioni del plugin.
Nella maggior parte di questi casi, il problema è stato ricondotto a impostazioni errate o a un conflitto tra diversi plugin che interferivano con la direttiva prevista. Ciò evidenzia l’importanza di monitorare e verificare regolarmente le configurazioni dei plugin per garantire che direttive come “noindex” vengano implementate correttamente e rispettate dai motori di ricerca.
Dati questi occasionali intoppi tecnici, è fondamentale monitorare il comportamento del tuo sito web dopo aver implementato il tag “noindex”. I webmaster dovrebbero controllare regolarmente Google Search Console per assicurarsi che le pagine contrassegnate con “noindex” non vengano indicizzate. Se i problemi persistono, riesaminare il codice del sito per potenziali errori e prendere in considerazione la possibilità di consultare un esperto SEO professionista per risolvere il problema.
Web Designer e SEO Freelance a Udine o se preferite web designer SEO. Nel 2001 decisi di sezionare un sito web per vedere cosa c’era dentro, da allora creo e gestisco siti web. Lettrice onnivora, con un fisiologico bisogno di scrivere e di ballare.
In questa sezione propongo periodicamente approfondimenti a tema SEO e web marketing. Segnalo anche gli ultimi lavori di creazione siti web ad Udine e di posizionamento sui motori di ricerca.