SEO e realizzazione siti web Udine a misura di PMI
Indice contenuti
Nello sviluppo di un contenuto davvero “definitivo” è pratica dei consulenti SEO andare ad approfondire al meglio il campo semantico relativo all’argomento che stiamo andando a trattare e quando parliamo di campo semantico fanno capolino le parole chiave LSI.
Le parole chiave LSI (Latent Semantic Indexing) sono termini concettualmente correlati che i motori di ricerca utilizzano per comprendere a fondo il contenuto di una pagina web. La tecnologia è stata originariamente brevettata nel 1989. Ed è descritta come “Una metodologia per il recupero di oggetti di dati testuali”. In altre parole: utilizzare parole e frasi correlate (“parole chiave LSI”) per classificare meglio l’argomento di una pagina.
Volendo andare più nello specifico nella definizione appena data, è giusto menzionare anche il latent semantic indexing. Conosciuto anche come Latent Semantic Analysis, LSI è una tecnica di Natural Language Processing (NLP) sviluppata negli anni ’80 per identificare la relazione contestuale tra le parole. In breve, l’indicizzazione semantica latente “trova la relazione nascosta (latente) tra le parole (semantica) e al fine di migliorare la comprensione delle informazioni (indicizzazione)”. Comprendere i contenuti di una pagina può aiutare a determinare l’argomento in base al modo in cui viene utilizzata la lingua. In teoria, ha senso che Google possa utilizzare questa tecnica per comprendere in particolare i sinonimi e che utilizzarli in un contenuto aiuterebbe il motore di ricerca a capire meglio l’argomento.
E la controversia che circonda l’uso della frase “parole chiave LSI” non è tanto mirata all’importanza di scrivere contenuti che parlino delle cose che ti aspetteresti di vedere in una pagina su un determinato argomento, ma piuttosto che non c’è prova che Google utilizzi l’indicizzazione semantica latente per questo scopo. LSI è ormai una vecchia tecnologia ed è stata sviluppata per set di documenti più piccoli, non per l’intero web. Detto questo, la semantica è la chiave della metodologia secondo cui i motori di ricerca comprendono una pagina di contenuto. Non si può negare che scrivere in modo approfondito su un argomento dovrebbe comportare l’uso di parole e sinonimi semanticamente correlati.
Questo che hai appena letto dovrebbe metterti la pulce nell’orecchio su due cose:
O se preferite Google utilizza le parole chiave LSI per indicizzare i contenuti nelle sue SERP? La risposta brutale è NO! L’ha detto anche John Mueller in un suo Tweet del 2019. Ed anche Bill Slawski uno dei pionieri della SEO, ha confermato la cosa.
Google non utilizza la tecnologia LSI per indicizzare i contenuti perché, oltre a risultare obsoleta, può rivelarsi anche fallace. Questo perché persone diverse possono descrivere lo stesso argomento con termini e frasi differenti.
Un altro motivo per cui questa tecnologie potrebbe risultare fallace, sono le parole polisemiche ovvero parole che hanno più significati. Facciamo qualche esempio:
Quindi non dobbiamo prestare attenzione alle parole chiave LSI perché Google dichiaratamente non le utilizza nel suo algoritmo? No, nemmeno stavolta.
Utilizzare le parole chiave LSI è un ottimo modo per costruite un testo veramente completo ed esaustivo rispetto ad un determinato argomento. Come dire, vi permetterà di coprire correttamente il campo semantico che ruota intorno ad una determinata parola chiave di partenza. Un testo più completo ed approfondito sarà più apprezzato dai vostri potenziali lettori con effetti (indirettamente positivi) sul vostro posizionamento.
Facciamo ora qualche esempio pratico rispetto a questo tipo di keyword.
Se l’argomento fosse “il jogging”, ci si aspetterebbe di trovare termini come “scarpe da corsa”, “riscaldamento”, “cosa mangiare prima” ecc…
Come abbiamo detto sopra le keyword LSI non sono sinonimi. Quindi la parola “running” per esempio in un articolo che parla di jogging è assolutamente ammissibile, ma più che altro in un’ottica di evitamento delle ripetizioni e bellezza del testo.
Se l’argomento fosse “Tiramisù” ci si aspetterebbe di trovare le keyword “ingredienti” “preparazione” “porzioni” “calorie” “dolce al cucchiaio” “dessert”.
Esistono vari sistemi e tool SEO che potete utilizzare per trovare le keyword LSI e la buona notizia è che sono per lo più metodi gratuiti.
Potete per esempio sfruttare l’autocompletamento di Google. Posizionatevi nel campo di ricerca del motore di ricerca, digitate la vostra parola chiave principale e sarà Google stesso ad autocompletare tutte le potenziali query di ricerca.
Potresti anche utilizzare le ricerche correlate alla tua keyword principale. Te le fornisce sempre Google al termine della SERP. Ad esempio per la keyword research del mio articolo sugli Strumenti SEO gratuiti a partire la query “strumenti SEO” queste sono le ricerche correlate estratte. Le parole evidenziate in grassetto sono quelle che fareste bene a prendere in considerazione per lo sviluppo della vostra ottimizzazione onpage.
Stesso dicasi per la funzionalità di Google “Le persone hanno chiesto anche”.
Anche i tag messi in evidenza nella pagina dei risultati di Google Images possono essere un valido spunto da utilizzare.
Potreste anche utilizzare ovviamente il Google Keyword Planner relativo a Google Ads, che ovviamente meriterebbe una guida a sé stante.
Quanto ai tool a pagamento potreste utilizzare SemRush, LSIGraph (un tool specifico per la ricerca e l’organizzazione delle keyword LSI) o l’italianissimo SeoZoom.
Web Designer e SEO Freelance a Udine o se preferite web designer SEO. Nel 2001 decisi di sezionare un sito web per vedere cosa c’era dentro, da allora creo e gestisco siti web. Lettrice onnivora, con un fisiologico bisogno di scrivere e di ballare.
In questa sezione propongo periodicamente approfondimenti a tema SEO e web marketing. Segnalo anche gli ultimi lavori di creazione siti web ad Udine e di posizionamento sui motori di ricerca.