SEO e realizzazione siti web Udine a misura di PMI

menu x
menu x

Content pruning: la potatura contenuti che fa bene alla SEO

  • 25 Agosto 2025
Laura Musig Siti web Udine » Blog SEO » Content pruning: la potatura contenuti che fa bene alla SEO
Si parla di:
guida-content-pruning

Niente è per sempre, figuriamoci i contenuti del tuo sito o del tuo blog. Per quanto tu possa essere affezionato a quell’articolo che hai scritto 5 anni fa, esso potrebbe rivelarsi completamente inutile alla tua strategia SEO ed editoriale e quindi, come i rami secchi di un albero, andrebbe potato. E questa è la metafora perfetta per parlare di content pruning o potatura SEO.

Che cos’è il content pruning

Con content pruning (potatura contenuti) indichiamo quel processo di eliminazione dei contenuti che performano poco o risultano non aggiornati, dal tuo sito internet.

Fare content pruning non necessariamente significa cancellare contenuti. Anche se la tua pagina ha poco traffico, potrebbe essere comunque ben posizionata, generare conversioni o avere un potenziale di engagement sul tuo pubblico.

Per questo motivo esistono tre differenti approcci al content pruning:

  1. Refreshing. Approfitti per dare una bella rinfrescata al tuo contenuto migliorandone qualità, accuratezza e rilevanza (magari tenendo sempre bene a mente i principi E.A.T)
  2. Consolidamento. Fai in modo di unire contenuti simili o contenuti duplicati
  3. Rimozione. Cancelli in modo definitivo il contenuto che non può essere consolidato o “riqualificato”.

Perché fare content pruning: impatto sulla SEO

Esistono svariati buoni motivi per fare content pruning, sia dal punto di vista “reputazionale” sia dal punto di vista dell’impatto sulla SEO. E proprio da questi ultimi partiamo.

Per quanto riguarda la salute SEO del tuo sito, specie se si tratta di un sito di grandi dimensioni che negli anni per varie ragioni è cresciuto in modo disordinato (come appunto una grande pianta), una strategia di content pruning ti consente di:

  • Ottimizare il crawl budget dei tuoi siti. Andando a rimuovere i contenuti obsoleti e quelli con scarse performance, potrai accettarti che il crawler di Google non perda tempo a scansionare pagine di per se inutili alla tua strategia editoriale o aziendale. In altre parole, potando i contenuti che non performano, il bot del motore di ricerca potrà dedicarsi con maggiore agio alla scansione e quindi all’indicizzazione di pagine capaci di portare visite, click o conversioni.
  • Evitare la cannibalizzazione delle url. Ovvero evitare che pagine simili che concorrono per le stesse keyword si rubino posizionamenti a vicenda disperdendo traffico,  authority e lead.

Nonostante gli indiscussi benefici sulla SEO in content pruning non è un’attività finalizzata a recuperare posizionamenti persi, ma un’attività di manutenzione e tuning da svolgere su basi regolari soprattutto se hai un sito di grandi dimensioni.

Oltre agli impatti SEO del content pruning, non dimentichiamo che la potatura contenuti ci permette di rimanere allineati con la nostra strategia editoriale e di branding. Chiediamoci sempre quindi, se un determinato contenuto è allineato con quello che stiamo facendo come azienda, come liberi professionisti o semplicemente come blogger. Per quanto un contenuto possa risultare di qualità, dopo anni non è detto che ci rappresenti ancora. Questa attività di revisione non può che avere un impatto positivo sull’esperienza dei nostri utenti.

Come fare content pruning: 6 passi fare

Dopo aver capito che cos’è e perché farlo, cerchiamo di capire come fare content pruning attraverso uno step-by-step dei passi da seguire. Attenzione: non li devi fare tutti, come leggerai qui sotto, alcuni sono alternative che vanno scelte in base alla tua condizione specifica.

cosa-eliminare-pruning-seo

Come decidere che contenuti eliminare

Il passo più importante del processo di content pruning è indubbiamente decidere quali contenti eliminare. Quello che devi prima di tutto tenere a mente è quello di eliminare i contenuti tossici per la tua strategia di SEO-Copywriting. In generale parliamo di:

  • Articoli non aggiornati con dati, statistiche o tecnologie non più attuali
  • Pagine fantasma ovvero pagine che non portano traffico da mesi. Le puoi individuare con Google e Search Console
  • Thin content ovvero contenuti sotto le 500 parole con poca “ciccia”, e quindi penalizzati dagli algoritmi SEO. Si distinguono per una frequenza di rimbalzo >80% e tempo medio di permanenza <30 secondi.
  • Contenuti che favoriscono la cannibalizzazione delle keyword
  • Pagine orfane ovvero pagine che non ricevono alcun link interno da sito. Questo dice a Google che quella pagina è poco rilevante.

Sembra un sacco di roba da vagliare ma fortunatamente ci vengono incontro tanti strumenti SEO per alleggerirci il lavoro. In breve:

  1. Google Analytics ci consente di capire: visualizzazioni di pagina, tempo medio sulla pagina, frequenza di rimbalzo e conversioni
  2. Google Search Console ci mette a disposizione clic, impressioni e CTR
  3. SEMRush, SEOZoom o Sistrix ci permettono di capire le keyword posizionate
  4. Ahrefs consente di verificare qualità e quantità dei backlinks

Aggiornamento o content refreshing

Se il tuo contenuto di per sé funzionava ma col passare del tempo è diventato datato o ha perso la sua utilità nei confronti degli utenti, allora è il momento di fargli una bella rinfrescata. Con il content refreshing potrai rendere il tuo contenuto in linea “con lo stato dell’arte” ed assicurarti che sia sempre rispondente ai bisogni dei tuoi utenti, ampliandolo e mantenendone invariata la qualità. Per fare questo puoi:

  • Aggiornarlo con dati e statistiche all’anno corrente
  • Ampliarlo con nuove informazioni ed approfondimenti
  • Migliorarne leggibilità e formattazione
  • Migliorarne il SEO Copywriting attraverso un’attenta keyword research e studio del campo semantico.

Dopo l’aggiornamento dovresti:

  1. Richiedere nuovamente la scansione del contenuto da parte di Google tramite Google Search Console
  2. Magari ridatare l’articolo affinchè risulti a pochissimi click dall’home page
  3. Condividere l’articolo aggiornato sui tuoi canali social annunciando l’aggiornamento ed il miglioramento del contenuto.

Consolidamento (accorpamento o merge)

Se hai realizzato più contenuti su uno stesso argomento senza andare troppo in profondità e guarda caso nessuno performa puoi accorpare o fare un merge di più articoli. se si individuano più contenuti che trattano argomenti simili o correlati, ma nessuno dei quali è particolarmente esaustivo o performante, una strategia efficace può Questa opzione ti consente di limitare la frammentazione dell’autorità SEO, creando articoli più utili ed esaustivi. Dopo aver accorpato più contenuti, è importante reindirizzare gli URL delle pagine eliminate alla nuova pagina “consolidata”.

rimozione-contenuti-potatura-SEO

Rimozione definitiva

Se il tuo contenuto è caratterizzato da scarsissime performance (poche visite, click, CTR) cancellalo e basta.

Quando opti per l’attività eliminazione definitiva non dimenticare di compiere queste tre attività:

  1. Imposta un redirect 301 sull’url se il contenuto ha acquisito un’autorevolezza oppure un errore 410 se il contenuto non aveva alcun peso agli occhi di Google.
  2. Verifica di non avere link interni al tuo sito/blog che puntano al contenuto rimosso (lo puoi fare con Screaming Frog)
  3. Verifica che di non avere link esterni che puntino ancora alla url eliminato. Lo puoi fare con AHrefs.

Una quarta opzione: rimozione dall’indice

Se non hai eliminato, aggiornato o accorpato i tuoi contenuti esiste inoltre una quarta via meno battuta la rimozione dei contenuti dall’indice. In altre parole, impostiamo sul nostro contenuto da non considerare la direttiva noindex. Questo impedisce (o dovrebbe) a Google di indicizzare la risorsa, ma non impedisce di fatto al crawler di scansionarla, senza quindi alcun miglioramento per il crawl budget.

Monitoraggio post-potatura

Ed infine monitoraggio post-potatura, per evitare errori ed effetti desiderati di questa complessa pratica di revisione contenuti. Per quanto accurato tu possa essere stato verifica nuovamente dopo qualche mese, non si sa mai ti sia scappato qualcosa!

errori-da-evitare-content-pruning

Errori da non compiere

Ho presentato tutti i buoni motivi e l’impatto SEO benefico della pratica del content pruning, ma questo non vuol dire che questo processo sia da effettuare a cuor leggero.

Tra gli errori più comuni legati al content pruning ricordiamo:

  1. Analisi iniziale superficiale. L’audit preventiva deve essere svolta con cura, solo così eviterai di perdere posizionamenti, traffico e lead
  2. Prestare poca attenzione ai redirect, errore che confonde Google e ti fa perdere traffico. Dai un’occhiata alla mia guida sui Redirect 301.
  3. Monitoraggio post-eliminazione. Solo con monitoraggi e manutenzioni periodiche eviterai gli effetti indesiderati del content pruning.

Conclusioni

Sebbene la potatura SEO sia una pratica utilissima per la “salute SEO” del tuo sito, è sempre possibile limitarla definendo con chiarezza il piano editoriale del sito e la tua strategia di content marketing.

Laura Musig SEO UdineLaura Musig

Web Designer e SEO Freelance a Udine o se preferite web designer SEO. Nel 2001 decisi di sezionare un sito web per vedere cosa c’era dentro, da allora creo e gestisco siti web. Lettrice onnivora, con un fisiologico bisogno di scrivere e di ballare.

Come diventare SEO:


Corso SEO

Ho inoltre raccolto le risorse più utili di questo blog per aiutare chi sta cercando di capire come si diventa SEO Specialist:

SEOZoom

Blog SEO e ultime news

In questa sezione propongo periodicamente approfondimenti a tema SEO e web marketing. Segnalo anche gli ultimi lavori di creazione siti web ad Udine e di posizionamento sui motori di ricerca. 

Perchè non leggi anche questi post?

Leggi tutti i post dal mio blog seo